Bene Lepore sugli affitti brevi, ma limitarsi solo a questo?

Bene Lepore sugli affitti brevi, ma limitarsi solo a questo?

4 mar 2023, 17:59:57 UTC
La proposta di Volt Bologna inquadra anche altre criticità che se affrontate limiterebbero il problema

Bene Lepore sugli affitti brevi, ma limitarsi solo a questo?

La proposta di Volt Bologna inquadra anche altre criticità che se affrontate limiterebbero il problema

Il sindaco di Bologna Matteo Lepore si è pronunciato su uno dei temi caldi che la città si è trovata ad affrontare nell’ultimo periodo, quello del caro affitti in città. Il Sindaco individua il problema negli affitti brevi e avanza una proposta di legge per limitarli. E noi di Volt siamo d’accordo: ma perché limitarsi a questo?

Il Sindaco di Bologna afferma infatti che il mercato degli affitti brevi sta minacciando quello dei canoni concordati perché più conveniente (e quindi togliendone terreno); inoltre, aggiunge come sia «necessario regolare soprattutto l’attività di chi, con decine o centinaia di appartamenti, fa investimenti di carattere puramente speculativo». La soluzione sarebbe una legge nazionale, su proposta del gruppo “Alta tensione abitativa”, utile a «limitare la diffusione incontrollata delle locazioni brevi, sulla base di un regime di autorizzazione»; le autorizzazioni sarebbero limitate nel tempo, con una certa autonomia di gestione di questi limiti per le amministrazioni locali.

Volt Bologna accoglie con favore le parole del Sindaco, anche in virtù della proposta presentata nelle scorse settimane che prevede un tetto alle licenze e una turnazione delle stesse per gli affitti brevi: «Noi di Volt, ovviamente, non possiamo che essere favorevoli – dichiara Lorena Papini, responsabile per le politiche abitative di Volt Bologna – alla proposta di Lepore. Dopotutto, da parecchio tempo portiamo avanti una proposta molto simile, modellata sull’esperienza di Barcellona. E sappiamo che fermarsi qui, alla sola questione degli affitti brevi e rimandando il tutto ad una legge nazionale, sia anche limitativo: d’altronde proprio oggi, mentre veniva pubblicata quest’intervista, è stato inaugurato uno studentato di lusso (il sesto di quel marchio) con camere a partire da 900 euro al mese.

«Se ci limitassimo solo agli affitti brevi – prosegue Papini – e non individuassimo le altre concause che fanno parte del problema, neanche una legge nazionale risolverebbe la questione abitativa a Bologna. La nostra proposta, infatti, oltre alla regolamentazione degli affitti brevi con un sistema di licenze a rotazione, prevede anche il recupero di spazi inutilizzati per edilizia pubblica al fine di aumentare l’offerta di case, la promozione dello strumento del canone concordato per evitare le speculazioni di prezzo, il recupero dell’AMA (Agenzia Metropolitana per l’Affitto) come luogo d’incontro tra inquilini e proprietari al fine di garantire il rapporto contrattuale e soprattutto il dialogo con l’Università e l’Arcidiocesi di Bologna per la gestione di affitti studenteschi a canone calmierato».

Infine Volt Bologna crede che escludere la città metropolitana da questa occasione sia iniquo per tutti: l’interruzione dei lavori per il miglioramento dell’SFM rappresenta infatti un grosso ostacolo per chi volesse abitare al di fuori dal centro. «Se si vuole contrastare efficacemente un fenomeno di questa portata – conclude Papini – crediamo che sia necessario adottare politiche organiche. Aspettiamo comunque di sentire la presentazione del Piano abitativo per Bologna, il 5 aprile prossimo».