Proposte per Bologna

Le priorità in breve

1. Sostenibilità ambientale: mobilità urbana e territorio

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Come Volt Bologna riteniamo che la nostra città,  nonostante sia all’avanguardia in Italia, manchi di una visione duratura che si possa riassumere nel concetto di sostenibilità. Fare politica in maniera sostenibile per noi significa avere un piano per la città che ne favorisca lo sviluppo dal punto di vista ambientale, sociale e economico, tenendo conto del suo impatto a lungo termine, per una Bologna che possa immaginare un futuro davvero innovativo.

Questo concetto di sostenibilità audace si traduce per noi in una mobilità cittadina che sia costruita a misura di persona e non più di automobile dove pedoni, biciclette, auto e mezzi pubblici possano convivere nel massimo della sicurezza e nel minimo dello stress.

Ci ispiriamo alla cultura di rispetto delle regole e della strada dei paesi europei  più all’avanguardia in tema di mobilità sostenibile, come Belgio, Olanda e Danimarca, mediante un costante contatto con le sezioni cittadine di Volt in quei paesi.

In una città che cresce sempre più, sempre più inquinata e dove aumentano esponenzialmente gli spostamenti individuali, dobbiamo poter essere capaci di dare a ogni cittadino la possibilità di abbandonare l’uso dell’auto privata per tutti quegli spostamenti che possono essere compiuti attraverso l’utilizzo di mezzi pubblici o biciclette e permettere loro di spostarsi da Bologna e a Bologna per andare a lavoro, portare e prendere i bimbi da scuola, fare la spesa.  L’auto privata nei prossimi 30 anni deve diventare uno sfizio, e non una necessità.

Vogliamo riportare il cittadino al centro,  aumentando e estendendo le aree pedonali:  è infatti dimostrato che queste non solo aiutano la salute dei cittadini, ma incrementino, se rispettano certi parametri, anche i fatturati delle attività commerciali che vi si affacciano. Vogliamo una riduzione nel costo dello spazio pubblico utilizzato dalle attività di ristorazione per il posizionamento dei dehors, senza che però questi diventino di impedimento per la mobilità delle persone, soprattutto per coloro che, con carrozzine, passeggini, biciclette  o altri mezzi, prima di tutto devono poter abitare gli spazi pubblici e muoversi liberamente tra le piazze e le zone pedonali della nostra città. 

Vogliamo una Bologna interconnessa, in cui sia possibile muoversi con mezzi pubblici, monopattini e bici interscambiabili anche dalle zone periferiche a tutte le ore, perché Bologna non è solo dentro porta. Occorre rendere accessibile e viva la periferia per arricchire economicamente, socialmente e culturalmente tutte quelle zone che oggi si sentono abbandonate da un Comune che troppo spesso è rimasto lontano dai reali bisogni dei cittadini che le vivono.

2. Sostenibilità sociale: una città per tutti

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Come Volt Bologna riteniamo che la nostra città, nonostante sia all’avanguardia in Italia, manchi di una visione duratura che si possa riassumere nel concetto di sostenibilità. Fare politica in maniera sostenibile per noi significa avere un piano per la città che ne favorisca lo sviluppo dal punto di vista ambientale, sociale e economico, tenendo conto del suo impatto a lungo termine, per una Bologna che possa immaginare un futuro davvero innovativo.

La città è fatta dalle persone che la abitano, dunque sostenibilità ambientale ed economica non sono, da sole, sufficienti a garantire benessere alla cittadinanza: è necessario progettare e costruire un modello di città che sia sostenibile anche e soprattutto dal punto di vista sociale.

Ci ispiriamo al sistema di welfare cittadino dei paesi europei più all’avanguardia sul tema, come Belgio, Olanda e Danimarca, mediante un costante contatto con le sezioni cittadine di Volt in quei paesi.

Il variegato contesto sociale attuale, sempre in rapida evoluzione, impone un’analisi approfondita delle esigenze di ciascuna fascia della popolazione, in un’ottica di inclusione che garantisca stessi diritti e opportunità a tutti e con punto di partenza imprescindibile il potenziamento delle tante esperienze che hanno fatto di Bologna, da sempre, una città accogliente e attenta, in particolare ai più deboli.

Proprio per questo Volt mette in cima alla sua visione programmatica il concetto di sicurezza sociale: siamo convinti che i problemi di sicurezza non si possano risolvere con le ronde di polizia o l’installazione di telecamere ma con una progettualità a 360 gradi, con il welfare, aggredendo  il problema della povertà, dell’emarginazione e della mancanza di formazione. Riteniamo prioritario il tema della sicurezza sociale in quanto riteniamo fondamentale la lotta alle diseguaglianze come strumento di contrasto alle associazioni mafiose e alla criminalità organizzata che opera sul nostro territorio, crescendo e guadagnando proprio da queste disuguaglianze.
Prioritario per conseguire questi obiettivi sarà tornare ad investire sui progetti di inclusione sociale e coinvolgimento della cittadinanza, incentivando la cooperazione, le associazione e le attività del terzo settore per colmare quei vuoti che sono stati lasciati dallo Stato e dalle Istituzioni, in modo da contrastare le infiltrazioni mafiose in città, sempre più frequenti.
La tematica della sicurezza vogliamo affrontarla riportando vita nei territori, riqualificando i territori abbandonati e contrastando la chiusura delle piccole attività e dei piccoli negozianti, attività che mantengono vivi, abitati e sicuri  i territori.

Vogliamo tutelare davvero le diversità e attuare iniziative coraggiose che coinvolgano tutti i cittadini, garantendo a ciascuno condizioni di benessere umano in tema di sicurezza, salute, istruzione, democrazia, partecipazione, giustizia. 

La rigenerazione urbana deve essere attività prioritaria nei prossimi anni, con investimenti guidati e ispirati ai principi di tutela del suolo e condivisione degli spazi, sia per il co-working e co-housing sociale e intergenerazionale, che per l’avvicinamento delle periferie al centro, la promozione della cultura e della pratica sportiva, la costituzione di un ambiente fertile e ricettivo per la creazione e il prosperare di nuove imprese.

Riteniamo che gli interventi di tipo ambientale come il potenziamento e la diffusione delle aree e dei corridoi verdi, accompagnati da una manutenzione puntuale e accurata, garantiscano una ricaduta positiva e un miglioramento immediato e tangibile della qualità della vita delle persone. 

Crediamo che l’educazione e la cultura siano mezzi di integrazione ed emancipazione, dunque rileviamo la necessità di promuovere interventi di formazione e percorsi educativi che permettano a sempre più persone di partecipare alla vita pubblica, di sviluppare talenti ed esprimersi. 

La sostenibilità sociale delle iniziative promosse dall’amministrazione, dalle associazioni, dalle aziende e dai privati che insistono sul territorio deve essere un obiettivo precisamente definito, da perseguire e misurare con metodi rigorosi.

3. Sostenibilità economica: Politiche per il futuro

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Come Volt Bologna riteniamo che la nostra città, nonostante sia all’avanguardia in Italia, manchi di una visione duratura che si possa riassumere nel concetto di sostenibilità. Fare Politica in maniera sostenibile per noi significa avere un piano per la città che favorisca lo sviluppo della città dal punto di vista ambientale, sociale e economico, tenendo conto del suo impatto a lungo termine, per una Bologna che possa immaginare un futuro davvero innovativo.

Completiamo la descrizione del nostro concetto di sostenibilità elencando una serie di proposte che nel nostro disegno possano contribuire a implementare un modello di crescita economica che sia socialmente inclusivo, ecologicamente sostenibile e che garantisca condizioni di lavoro dignitose, un’equa retribuzione pari al di là del genere, prosperità e benessere diffusi. 

Le competenze del Comune nel campo del lavoro sostanzialmente limitate all’esercizio dell’intermediazione, un servizio erogato in diretta concorrenza con gli analoghi servizi svolti da società private. Attualmente il Comune ottiene un risultato poco incisivo rispetto ai grandi numeri del lavoro, come indicato nel report gli inserimenti sono stati 24 al mese nel corso del 2019. Un servizio erogato dal Comune deve secondo noi differenziarsi rispetto alle offerte esistenti sul mercato. Ricalcare ricerche ed erogare servizi che già esistono, infatti, significa proporre una duplicazione di servizi che rischia di occuparsi di persone che avrebbero comunque trovato una collocazione. 

In conseguenza di questo, la capacità di investimento del Comune, che ha l’obiettivo di ottenere risultati e non profitti, va destinata agli ambiti ad alto potenziale che, per ragioni di scarso profitto immediato, non vengono perseguite dalle società private ma hanno un alto potenziale per i candidati. Ci riferiamo in particolare alle attività artigiane presenti sul territorio, spesso di eccellenza, molto spesso svolte da micro-imprese, quando non addirittura da singoli lavoratori, che difficilmente riescono a gestire il ricambio generazionale, depauperando il mercato di risorse preziose e lasciando cadere importanti opportunità di lavoro e professionalità: il Comune può agire in questo ambito preparando il ricambio generazionale e il trasferimento del sapere, dal momento che questo tipo di attività non ha un risultato immediato per il privato che si occupa di selezione e ricerca lavoro, in quanto necessita di un notevole impegno per ogni singolo inserimento. L’ambito di riferimento è quello dei professionisti delle piccole riparazioni, della falegnameria, della lavorazione del ferro, delle attività sartoriali, della lavorazione del cuoio, della produzione di strumenti musicali e così via.

Il Comune può assumere il ruolo di collettore tra le diverse agenzie del territorio per l’inserimento nel mondo del lavoro anche nell’ambito degli interventi di tipo sociale, per la promozione del servizio civile, per i settori in cui l’alternanza scuola-lavoro possa essere significativa, per il reinserimento di ex detenuti. 

Il Comune ha inoltre possibilità di intervento concrete e cruciali nel settore dell’edilizia. Se da una parte l’ente pubblico deve agire per la tutela del territorio promuovendo interventi di rigenerazione urbana esemplari, dall’altro può investire delle risorse per la ristrutturazione degli immobili di sua proprietà: pensiamo per esempio all’efficientamento energetico degli edifici scolastici.

In questo settore è imprescindibile che il Comune collabori strettamente con i comitati autonomi di quartiere e con le associazioni di cittadini per creare sinergia e supporto: è importante colloquiare con i comitati che negli anni hanno preso vita per la gestione degli alloggi e delle occupazioni, sviluppando attività di quartiere, supporto sociale, creazione di comunità unite. La politica deve legittimare questi comitati, supportarli affinchè diventino parte integrante e attiva della società. 

La gestione della fiscalità comunale merita una riflessione a parte. Le imposte comunali, infatti, sono le entrate che permettono l’erogazione di servizi da parte dei Comuni, l’entità più vicina al cittadino. Una corretta gestione delle entrate fiscali, per quanto ovvio, dovrebbe avere come obiettivo la massimizzazione delle entrate fiscali da un lato e la riduzione dell’imposizione fiscale dall’altro lato. Questi due obiettivi, apparentemente inconciliabili, in realtà sono perseguibili allo stesso tempo mediante una corretta gestione che preveda le seguenti azioni:

  1. Riduzione dei costi della macchina amministrativa Comunale
  2. Miglioramento dell’efficacia dell’accertamento 

Questi due aspetti possono essere colpiti mediante un forte investimento in strumenti di automazione e di gestione delle informazioni. La materia fiscale è piuttosto complessa; il Comune potrebbe farsi carico della gestione tecnica ed amministrativa della raccolta dei tributi per conto di tutti i comuni della provincia e così facendo potrebbe ottenere una massa critica capace di ripagare investimenti in dotazioni informatiche ed in personale qualificato, rendendo allo stesso tempo più efficace e meno costoso il servizio di riscossione tributi proprio e dei piccoli comuni della provincia.

Una macchina organizzativa più strutturata potrebbe permettere di attingere a tutte le fonti pubbliche allo scopo di identificare le aree di evasione. L’unificazione dei dati catastali e di quelli comunali sugli immobili, porterebbe ad una semplificazione per la vita dei cittadini, oggi costretti a far convivere due sistemi che hanno obiettivi differenti e spesso informazioni contrastanti. Altre fonti di informazioni che possono permettere di identificare aree di evasione sono l’utilizzo di verifiche rispetto agli allacci energetici e così via. In sostanza, una migliore raccolta tributaria potrebbe permettere una riduzione delle tasse ai cittadini e/o un miglioramento dei servizi.